Un nuovo modo di comunicare il Franchising
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Costi franchising e finanziamenti: studio della fattibilità economica

Una cosa assolutamente sbagliata da fare è firmare il contratto di affiliazione commerciale se non sono ben chiari i costi del franchising ed è per questo che – prima di aprire – è necessario eseguire uno studio preliminare per accertare la fattibilità economica del progetto.

Ciò significa che prima di aprire un negozio in franchising, un bar, un supermercato o un’altra tipologia di attività commerciale o di servizi, è fondamentale interrogarsi sulla capacità finanziaria di cui si dispone e conoscere tutti i costi da sostenere non solo in fase iniziale ma anche in futuro.

Ma quali sono i costi del franchising e a quanto ammontano? 

In linea generale, l’entità varia in base a molti fattori come il tipo di attività, le dimensioni del punto vendita o dell’ufficio e la notorietà del marchio franchisor mentre le tipologie di costo possono essere raggruppate in questo modo:

  • costi iniziali fissi e variabili
  • costi operativi fissi e variabili

In sede di valutazione della fattibilità economica del progetto – fondamentale per capire se aprire un franchising conviene – è inoltre opportuno anche valutare le opzioni di finanziamento e individuare fin da subito le migliori strategie per una corretta gestione finanziaria aziendale.

Analisi dei costi iniziali fissi e variabili

Il primo passo dell’analisi di fattibilità economica del progetto ha l’obiettivo di comprendere quanti soldi servono per un franchising ed è per questo che si prendono in considerazione tutti i costi iniziali fissi e variabili.

Riportiamo le voci di spesa che si trovano più frequentemente:

  • consulenza franchising per realizzare lo studio di fattibilità economica e lo studio di fattibilità commerciale: si tratta di un costo da sostenere una tantum prima di firmare e prima di aprire ma, talvolta, è un servizio offerto dal franchisor ed è compreso nella fee d’ingresso;
  • fee d’ingresso: si tratta della quota una tantum che il franchisee – l’affiliato – paga al franchisor – l’affiliante – per l’utilizzo del marchio, del know-how, per il supporto e per tutto ciò che è previsto dal contratto di franchising (l’importo può essere di poche centinaia di euro fino ad arrivare a diverse decine di migliaia); 
  • royalties: se previste nell’accordo di affiliazione commerciale, si tratta della quota che il franchisee – l’affiliato – versa periodicamente al franchisor – l’affiliante – e che può essere calcolata su una percentuale del fatturato lordo, del fatturato netto o della marginalità operativa;
  • investimenti immobiliari: potrebbe essere necessario sostenere dei costi per l’acquisto o per l’affitto del locale dove avrà sede l’attività (l’importo può variare in base a diversi fattori tra cui la posizione, la metratura e le caratteristiche dell’immobile);
  • investimenti per attrezzature e arredamento: potrebbe essere necessario sostenere dei costi per acquistare le attrezzature e per arredare il negozio in franchising o, comunque, il luogo presso il quale si svolgerà l’attività (anche in questo caso l’importo necessario varia in base alla tipologia di business posto in essere);
  • investimenti per attività di marketing e comunicazione: potrebbe essere necessario sostenere dei costi per promuovere la nuova apertura e per attrarre nuovi clienti con lo scopo di fidelizzarli (l’importo di queste attività varia in base alle tipologia di strategia utilizzata);
  • adempimenti burocratici: di norma, è necessario sostenere dei costi per aprire la partita IVA, per iscriversi al registro delle imprese e per gli altri adempimenti burocratici che variano in base alla tipologia di attività in franchising.

Costi operativi fissi e variabili

Dopo aver capito quanti soldi ci vogliono per aprire un negozio in franchising o un’altra tipologia di attività analizzando i costi iniziali, è buona norma andare a considerare i costi operativi necessari a una corretta gestione aziendale.

Tra i costi del franchising da sostenere per tutta la durata dell’attività (e che possono variare in base, ancora una volta, al tipo di azienda e a come viene impostato il business) citiamo:

  • i costi del personale, che includono varie voci come il salario dei dipendenti, i contributi INPS e le spese per formare i collaboratori;
  • i costi di approvvigionamento, che includono il costo delle merci, delle materie prime e dei servizi;
  • i costi di gestione, che riguardano le spese per l’energia elettrica, per il riscaldamento, per la pubblicità, per la manutenzione e le riparazioni.

Come finanziare un franchising

Ora che abbiamo visto quali sono i costi del franchising, è utile sapere quali opzioni esistono per avviare l’attività anche se non si dispone di un capitale iniziale sufficiente a coprire tutte le spese.

Quindi, come finanziare un franchising? Oltre ai fondi propri – quindi, oltre all’investimento del capitale personale – si possono considerare altre fonti di accesso al credito (ed eventualmente la combinazione di esse) come: 

  • il finanziamento bancario, ovvero il prestito che un istituto di credito concede al franchisee – affiliato – per aprire un negozio in franchising o comunque un’attività in base al modello delle affiliazioni commerciali;
  • il finanziamento agevolato, ovvero un particolare tipo di finanziamento a tasso zero o a tasso agevolato che può essere erogato da un ente pubblico o da un istituto privato;
  • i contributi a fondo perduto, che sono una particolare categoria di sovvenzioni erogate da enti come lo Stato, la Provincia, il Comune o l’Unione Europea e che non devono essere restituiti da chi li riceve.

Infine, nei casi in cui il franchisor sia un’azienda con un marchio forte e consolidata sul mercato e il progetto richieda l’investimento di un capitale iniziale elevato, è lo stesso affiliante che può intervenire come garante o come ente erogatore.  

Gestione finanziaria: strategie per incrementare la profittabilità

La gestione finanziaria è un aspetto fondamentale per il successo nel tempo di qualsiasi azienda, incluse tutte le aziende aperte in franchising perché, se condotta in modo efficace, consente di: 

  • tenere costantemente monitorata la situazione economica dell’azienda;
  • identificare le aree su cui intervenire per migliorare i margini e il profitto;
  • utilizzare le giuste strategie per migliorare l’efficienza (in termini, ad esempio, di tecnologia e formazione del personale);
  • prendere decisioni strategiche in linea con gli obiettivi di breve come anche di medio lungo termine.

In base a quanto previsto dall’accordo di affiliazione commerciale, può essere il franchisor a fornire al franchisee gli strumenti e le risorse necessarie per condurre una corretta gestione finanziaria dell’impresa, ma questa non è la regola.

Quanti soldi servono per un franchising?

In riferimento a quanti soldi servono per un franchising, possiamo dire che sia per aprire sia per il normale svolgimento delle attività aziendali, è necessario sostenere sia dei costi fissi sia dei costi variabili che cambiano in base alla tipologia di business. 

Attraverso un corretto studio di fattibilità economica è possibile individuare i costi necessari per il progetto specifico e verificare se si dispone del capitale iniziale necessario oppure se è necessario richiedere un finanziamento o un contributo per avviare l’impresa. 

In conclusione, questa analisi è fondamentale per capire se aprire un franchising conviene.