Un nuovo modo di comunicare il Franchising
Un nuovo modo di
comunicare il Franchising
investire nel franchising

Investire nell’impresa con il franchising

Il franchising è particolarmente noto per essere uno dei modi migliori per compiere i primi passi nel mondo dell’impresa e proprio per questo la maggior parte del target che si rivolge a questa formula è in cerca di un autoimpiego.

Chi si affilia ad un brand in genere lo fa o perché non ha esperienza nell’impresa o perché non ne ha nel settore specifico e cerca in un franchisor un supporto e tutto il know-how di cui ha bisogno. C’è però un altro profilo, non così comune ma altrettanto importante, che vede nel franchising una vera e propria opportunità. È una figura sicuramente più esperta e navigata e non propriamente in cerca di una attività, quanto più di una buona occasione per mettere a reddito il proprio capitale. Sto parlando dell’investitore.

Ma perché si dovrebbe ricorrere al franchising per investire del capitale?

Riduzione del rischio e massimizzazione del rendimento

In primis dobbiamo considerare che l’impresa in generale, se la paragoniamo ad altre forme di investimento, è uno dei settori in cui il capitale rende meglio e questo avviene, ovviamente, perché il rischio è maggiore. Insomma, l’impresa è incertezza e, come in ogni investimento, l’incertezza è proprio uno dei fattori che tendono ad aumentarne il rendimento.

Il franchising però riduce questo rischio senza ridurre la redditività dell’impresa stessa, permettendo di investire in attività più o meno consolidate e con una buona base di successi alle spalle. È una questione di statistica. Se un brand ha nella sua rete diversi punti operativi, i dati economici di quei punti saranno una base di partenza molto importante per poter creare un modello previsionale. 

Peraltro, quanto maggiori saranno quei dati e quanto più sarà il lasso di tempo in cui questi sono stati raccolti, tanto maggiore sarà l’accuratezza del modello e di conseguenza la riduzione del rischio. Certo, il rischio d’impresa non andrà mai a zero. Ci sono mille variabili da prendere in considerazione nel successo di ogni singola apertura: location, personale, risposta del pubblico, cultura locale, timing e molto altro. Il rischio c’è, sempre, ma statisticamente è ridotto.

Insomma, se paragoniamo l’investimento imprenditoriale ad altre forme più classiche è naturale che queste ultime risulteranno meno rischiose, ma anche il rendimento sarà decisamente inferiore.

Per avere un quadro completo di questo tipo di opportunità, dobbiamo tenere in considerazione tre aspetti. Sebbene siamo ben lontani dalle dinamiche dell’autoimpiego, va detto che stiamo comunque facendo impresa e questo comporterà necessariamente un minimo di attenzione verso l’attività.

Redditività, mercato e timing

Se con un titolo azionario infatti possiamo limitarci ad osservare le dinamiche di mercato, qui dobbiamo necessariamente essere un po’ più attivi, avendo però possibilità di influenzare il risultato imprenditoriale e quindi anche la redditività dell’investimento.

Il secondo aspetto è il mercato di riferimento. Ci sono settori più redditizi, settori in cui la presenza dell’imprenditore diventa fondamentale ed altri che invece hanno una semplicità di gestione tale da richiedere un minimo sforzo. Ci sono poi quei settori più dinamici ed altri che magari iniziano ad essere un po’ troppo affollati. Scegliere la nicchia di mercato giusta è sicuramente uno degli aspetti critici di questo tipo di investimento.

Infine dobbiamo considerare il timing, ossia il momento in cui entrare nel mercato scelto e lo stato di sviluppo in cui si trova. Ad esempio, è possibile preferire mercati emergenti, in cui sono presenti quelle economie di velocità che caratterizzano le prime fasi di vita di settori specifici e che tendono a generare profitti importanti in poco tempo. Oppure è possibile dedicarsi a settori ancora in fase di crescita, ma non così massiva, che comunque permettono buone marginalità ma con minor trambusto.

Insomma, le possibilità sono molte, ma bisogna sapersi muovere. Sono molti gli imprenditori che entrano nel franchising per crearsi un lavoro per poi trasformarsi in investitori imprenditoriali nelle loro stesse imprese. Del resto, nel momento in cui un’attività rende ed è replicabile, è quasi naturale che nasca l’idea di un proprio piccolo portafogli di attività in cui l’impegno possa limitarsi solo quello di una buona supervisione. Insomma, se volete investire in un’impresa, il franchising potrebbe essere il modo migliore per farlo.

Articolo a cura di Andrea Ciancarelli, esperto in start-up, branding, creazione e sviluppo di franchising. Dal 2010 è Founder, CEO ed Executive Director in restore, agenzia specializzata nello sviluppo di reti in franchising. Grande conoscitore del mondo franchising in Spagna, dove si è formato apprendendo tutti i segreti del mestiere, negli ultimi 10 anni ha collaborato con alcuni dei più importanti brand in franchising italiani e spagnoli come llaollao, Rossopomodoro, Lizarran, Antica Focacceria San Francesco, Mennella e ecox4d, contribuendo a lanciare nuovi marchi e nuovi settori di mercato.