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Sviluppo franchising: non fatelo a casa

Quando un imprenditore vede girar bene il proprio business, è quasi naturale che prima o poi si apra nella sua mente un’idea ben precisa: perché non replicare il tutto e ampliare fatturati e margini? 

E da qui al franchising il passo è breve. 

Il problema è che intorno al franchising girano parecchi falsi miti, conoscenze popolari che spingono spesso molti imprenditori fuori strada potandoli ad infrangere il sogno di una rete propria o, peggio ancora, a distruggere l’impresa madre da cui era quest’idea era partita.

Prima di avventurarsi in questo viaggio, è importante capire cosa sia il franchising, quali siano le sue dinamiche, le sue variabili, e sue impostazioni e, perché no, anche tutte le sue sfumature. Senza tutto questo è impossibile avviare un progetto replicabile serio e duraturo.

Cosa (non) è il franchising

Molti guardano al franchising quasi come a una sorta di reddito passivo, un modo per sedersi finalmente in poltrona e godersi un po’ di meritato riposo mentre fee d’ingresso e royalty piovono sui conti di banca senza alcuno sforzo. 

O ancora, come un acceleratore che in brevissimo tempo potrà portare il nostro brand in tutte le città d’Europa o del mondo facendoci diventare il nuovo McDonald’s di turno.

La verità è che dietro ad ogni rete di successo c’è un enorme lavoro, un costante affinamento di rotta su una nave gestita da tante diverse figure che lavorano insieme per farla andare nella giusta direzione. Ci sono mille aspetti da dover conoscere e approfondire.

In primis bisogna essere consci che stiamo creando una nuova impresa, con tutti i rischi, gli investimenti e le incertezze del caso. 

Non solo, ma questa nuova impresa opererà in un mercato ben diverso da quello a cui siamo abituati, ossia il mercato del franchising, e per questo parlerà un linguaggio diverso, avrà dinamiche e competitor orizzontali e verticali diversi e subirà oscillazioni di mercato e ondate di domanda tipiche del franchising.

È un po’ come avviare un’impresa in un settore nuovo e totalmente sconosciuto, in cui l’unica cosa che padroneggiamo davvero è il “prodotto finale”, ossia quell’attività di successo che vogliamo replicare.

In secondo luogo è importante saper strutturare tutte quelle dinamiche win-win che un franchising dovrebbe sempre avere.

Non basta conoscere la legge italiana o la disposizione europea, sapere cosa sia una fee d’ingresso, una royalty, saper definire e trasmettere il proprio know-how. Bisogna saper usare questi strumenti e farli funzionare.

È necessario saper creare un format che rappresenti davvero un vantaggio competitivo per i propri affiliati, figure che spesso non hanno esperienza imprenditoriale o comunque non nello specifico settore di riferimento. Serve quindi concretezza e padronanza di queste dinamiche.

Cosa significa promuovere un franchising

Infine, è necessario prendere atto dell’importanza della comunicazione. Il franchising, ancor più che l’impresa classica, ha bisogno di un buon vestito per essere diffuso. E questa, purtroppo, non è la mentalità più diffusa tra gli imprenditori italiani.

Proprio perché si rivolge ad un target un po’ inesperto, è necessario saper catturare l’attenzione ancor prima di poter intavolare un discorso e presentare la bontà del progetto. Insomma, in una parola serve consapevolezza.

Il franchising è uno strumento formidabile, con un grande potenziale e una applicabilità quasi infinita, ma come ogni strumento va conosciuto, approfondito e padroneggiato.

Sono molti i brand che strutturano il proprio franchising in modo del tutto superficiale e approssimativo, ma una delle insidie di questo mercato è che non fornisce riscontri immediati.

Questi brand, alla lunga, sono destinati a veder fallire il loro sviluppo e a rimanere impantanati in un’espansione che arranca e che spesso vede i propri punti chiudere poco dopo l’apertura, o peggio non aprire affatto.

Chi affronta invece questa nuova avventura con cognizione di causa (e magari con qualche aiuto di un esperto) ha sicuramente molte più opportunità di successo non solo nell’impostare le giuste dinamiche, ma anche nel prevedere quei problemi futuri che uno sviluppo di una rete può sicuramente portare nel tempo. 

La vera insidia del franchising è che sembra qualcosa di semplice: imposti una proposta di affiliazione, fai un po’ di pubblicità e via…

La realtà è che invece si tratta di una formula molto complessa e articolata, in cui sono necessari molti attori in diversi in ruoli piuttosto specifici, e per quanto sia possibile avere un “regista” esterno, è la preparazione dell’imprenditore a rendere il tutto realmente possibile.

Conoscere il franchising per non fallire

Sono molti i misunderstanding che girano intorno alla creazione e allo sviluppo di un franchising e se questi preconcetti non vengono sdoganati prima dell’avviamento di un progetto, il rischio di fallire è pressoché assicurato.

Ecco perché è importante conoscere affondo i retroscena del franchising e tutti i vari argomenti fondamentali che gli girano intorno.

Avere una buona padronanza della materia permette a qualsiasi impresa di sviluppare un brand di successo o, perché no, di avere la tranquillità di farsi affiancare senza perdere il controllo del proprio franchising.

Articolo a cura di Andrea Ciancarelli, esperto in start-up, branding, creazione e sviluppo di franchising. Dal 2010 è Founder, CEO ed Executive Director in restore, agenzia specializzata nello sviluppo di reti in franchising. Grande conoscitore del mondo franchising in Spagna, dove si è formato apprendendo tutti i segreti del mestiere, negli ultimi 10 anni ha collaborato con alcuni dei più importanti brand in franchising italiani e spagnoli come llaollao, Rossopomodoro, Lizarran, Antica Focacceria San Francesco, Mennella e ecox4d, contribuendo a lanciare nuovi marchi e nuovi settori di mercato.