Un nuovo modo di comunicare il Franchising
Un nuovo modo di
comunicare il Franchising
come scegliere il franchising giusto

Come scegliere un franchising?

La scelta del franchising giusto a cui affiliarsi non sempre è una scelta semplice. 

È inutile nasconderlo: le insidie sono molte, spesso non si ha esperienza e non tutte le informazioni fornite dai franchisor si rivelano corrette e veritiere.

Come fare allora per cercare di districarsi in questo immenso mare di informazioni? Come essere sicuri che l’attività che siamo scegliendo è redditizia? Insomma, come si fa a scegliere il franchising giusto?

La risposta a questa domanda è forse più complessa di quanto si pensi, ma non bisogna scoraggiarsi. Con qualche accortezza, e un po’ di informazione, è possibile riuscire nell’impresa.

Proviamo qui a semplificare un po’ e ad andare per gradi.

1. Analisi della comunicazione

Il primo aspetto da analizzare nella scelta di un franchising è sicuramente la sua comunicazione (qui intesa in senso lato). 

L’altra faccia della medaglia di un franchising solido risiede infatti sempre nel modo in cui si pone al pubblico, a partire dalla brand identity e al posizionamento web e social, fino ad arrivare alle campagne B2C e B2B. 

In genere, i franchisor affrontano questi vari aspetti un po’ tutti allo stesso modo. Se c’è una buona struttura nella comunicazione, questa si riflette ad ogni livello, andando a vantaggio della rete, degli affiliati e, perché no, spesso anche della proposta finale.

2. Approccio alla rete di affiliati

Un secondo aspetto è sicuramente l’approccio che chi si occupa dello sviluppo ha verso i potenziali affiliati. Casa madre deve dimostrare disponibilità e apertura nel condividere le informazioni di affiliazione, oltre che ad una importante propensione alla trasparenza. 

Anche in questo caso, questo aspetto la dice lunga nel modo in cui un brand sa occuparsi della propria rete e dei propri affiliati. Un approccio serio verso i potenziali affiliati infatti è spesso il riflesso di un interesse reale verso la propria rete e la propria espansione.

Chi prende alla leggera il successo dei propri affiliati tende ad essere sempre un po’ vago di fronte alle domande più specifiche e comunque tende ad avere un approccio più da “venditore” che da franchisor. 

Un franchisor serio non cerca affiliati a tutti i costi, ma fa cernita e selezione dei profili che poi andrà ad accettare.

Entrando un po’ più nel tecnico, parliamo di investimento, redditività e del rapporto che dovrebbe esserci tra loro.

3. Investimento e redditività

Inutile dirlo, l’investimento deve essere sostenibile. Qui il franchisor c’entra poco. Ognuno deve fare le proprie considerazioni. In genere, la regola che cerco sempre di consigliare (e che uso io stesso) è questa: mai investire più di quanto tu non sia disposto a perdere. 

Qui si aprirebbe uno scenario abbastanza complesso da approfondire, e magari lo faremo in un articolo ad hoc, ma il senso è che non bisogna fare il passo più lungo della gamba.

L’investimento inoltre non deve essere preso in valore assoluto. Uno degli errori più comuni che si fa quando ci si trova a scegliere un franchising è quello di cercare il più economico. Quando si tratta di impresa o di investimenti, meno non sempre vuol dire meglio.

Dobbiamo invece capire che tipo di redditività ci viene prospettata da casa madre per poter valutare il tipo di investimento che ci viene richiesto. È quella la variabile da approfondire.

È importante quindi verificare e analizzare i dati economici che ogni franchising serio dovrebbe fornirci e capire quali proiezioni dovremmo aspettarci, quale sia il nostro punto di break even e quando dovremmo aspettarci un recupero di investimento. 

Questo è proprio il minimo per avere un’idea della congruità dell’investimento richiesto da casa madre, e qui, se non si è pratici, può essere utile rivolgersi a qualcuno per farsi dare una mano.

4. Contratto di affiliazione commerciale

Infine, è importante leggere e valutare il contratto di affiliazione

Arrendetevi subito al fatto che nessun contratto di affiliazione sarà un contratto equo, e questo perché, contro ogni aspettativa, all’atto pratico è l’affiliato ad essere sempre e comunque in una posizione di vantaggio (o quanto meno lo diventa una volta arrivati ad apertura).

Un contratto va letto sempre usando il buon senso, cercando di capire se le clausole riportate non siano eccessivamente restrittive e soprattutto se ci siano tranelli o trappole che possono frenare il corretto sviluppo dell’impresa affiliata. 

Anche in questo caso, il consiglio è sempre quello di affidarsi ad un legale prima di ogni firma, ma ricordatevi che un franchisor non può stravolgere la sua impostazione contrattuale. Per cui spesso, salvo piccoli chiarimenti o precisazioni, l’alternativa è sempre prendere o lasciare.

Bene, questi sono i principali aspetti che serve tener presente ogni qual volta ci si trova ad analizzare una proposta di affiliazione. Applicateli tutti e sarete già a buon punto nella scelta del vostro prossimo franchising.

Articolo a cura di Andrea Ciancarelli, esperto in start-up, branding, creazione e sviluppo di franchising. Dal 2010 è Founder, CEO ed Executive Director in restore, agenzia specializzata nello sviluppo di reti in franchising. Grande conoscitore del mondo franchising in Spagna, dove si è formato apprendendo tutti i segreti del mestiere, negli ultimi 10 anni ha collaborato con alcuni dei più importanti brand in franchising italiani e spagnoli come llaollao, Rossopomodoro, Lizarran, Antica Focacceria San Francesco, Mennella e ecox4d, contribuendo a lanciare nuovi marchi e nuovi settori di mercato.