Un nuovo modo di comunicare il Franchising
Un nuovo modo di
comunicare il Franchising
affiliarsi a un franchising

L’impresa di affiliarsi, tra libertà e responsabilità imprenditoriale

Mi sono innamorato del franchising da imprenditore e da affiliato. Avere la possibilità di potermi lanciare in quasi ogni settore senza nessun tipo di esperienza mi dava un senso di libertà incredibile.

Potevo scegliere il mercato da cavalcare, un prodotto o un servizio specifico che ritenevo valido in un determinato momento e soprattutto farlo con la tranquillità di avere (in un certo senso) le spalle coperte.

Perché di fatto questo è il franchising, una bellissima opportunità per potersi mettere in gioco sfruttando l’esperienza e gli errori di qualcun altro e riducendo al minimo il rischio imprenditoriale.

Se tutto questo è vero, non bisogna però pensare che sia tutto un idillio. Il franchising ha dei retroscena, delle insidie e dei pericoli spesso dovuti proprio alla sua stessa impostazione.

La buona notizia è che questi aspetti negativi possono essere arginati, o comunque controllati, grazie ad una buona preparazione.

Cosa vuol dire affiliarsi a un franchising

Affiliarsi a un franchising non significa lanciarsi nel vuoto senza paracadute affidando totalmente il successo della propria impresa alle mani di qualcun altro. È piuttosto l’inizio di un rapporto in cui la fiducia deve essere costruita e conquistata, un po’ alla volta, e in cui il fattore rischio è comunque sempre presente.

Iniziamo con il dire che il concetto di franchising è forse uno dei più fraintesi nella cultura imprenditoriale generale. Molti lo confondono con un’agevolazione economica all’impresa o addirittura come una specie di impostazione ibrida tra “dipendente” e ”imprenditore” in cui qualcuno investe al posto tuo dandoti in mano la gestione dell’attività. Nulla di più sbagliato.

Come dice l’art. 1 della legge 129/2004, il franchising è “il contratto, comunque denominato, fra due soggetti giuridici, economicamente e giuridicamente indipendenti” con cui il franchisor inserisce “affiliato in un sistema costituito da una pluralità di affiliati distribuiti sul territorio…”.

Da queste poche righe, di fatto, già si va a snodare tutto quello che gira intorno al franchising e che si dovrebbe andare ad approfondire prima di decidere di affiliarsi a un qualsiasi brand.

Una partnership bilanciata

Franchisor e franchisee sono imprenditori “economicamente e giuridicamente indipendenti” che decidono di lavorare insieme, il primo per sviluppare il proprio marchio e il secondo per approfittare dell’esperienza di altri per sviluppare la propria attività ed evitare i classici errori del principiante.

È fondamentale entrare in quest’ottica perché è qui che si ribadisce l’importanza della consapevolezza anche e soprattutto dell’affiliato di ciò che sta andando a fare.

Tutto questo per dire che in linea di principio è scorretto attribuire il fallimento di un affiliato esclusivamente all’opera di casa madre e che invece l’affiliato ha piena responsabilità, non solo dell’andamento del proprio punto, ma anche delle scelte che lo hanno portato all’apertura.

È importante quindi che ogni imprenditore (o neo-imprenditore) sappia quali siano i propri diritti e i propri doveri nel rapporto di affiliazione, sia conscio del rischio d’impresa che comunque va ad assumersi, sappia scegliere con attenzione il proprio franchisor e, soprattutto, sia in grado di valutare l’impresa franchising da vari punti di vista:

  • bisogna dare il giusto peso al posizionamento e al marketing che casa madre applica per promuovere prodotti e servizi;
  • è necessario valutare la congruità dell’investimento, non tanto secondo le proprie aspettative (spesso dettate dall’ottica del risparmio), ma in base alla redditività che quell’impresa può fornirci;
  • è imprescindibile saper verificare e riformulare una proiezione economica sui dati proposti dal franchisor per capire se l’impresa che stiamo aprendo sia non solo sostenibile, ma profittevole e redditizia.

Essere franchisee, un ruolo attivo e consapevole

Insomma, affiliarsi a un franchising non vuol dire affidarsi ciecamente a un brand nella speranza che tutto possa filare per il verso giusto, ma deve essere una scelta consapevole e ponderata, basata su una buona preparazione su questo tipo di impostazione e su approfondimenti ampi e specifici legati alle dinamiche del caso.

In una affiliazione, il franchisee non ha solo un ruolo passivo, ma deve avere di fatto le basi per potersi lanciare nell’impresa e farlo consciamente, approfittando (e non subendo) dell’esperienza del franchisor.

Diventare un affiliato vuol dire scegliere di fare impresa non in una posizione inferiore, ma semplicemente più libera, ottimizzando tempo e risorse per dedicarle magari anche ad altri punti o ad altri settori e lasciando ai franchisor l’impegno di tutta una serie di oneri più complessi da dover gestire.

Articolo a cura di Andrea Ciancarelli, esperto in start-up, branding, creazione e sviluppo di franchising. Dal 2010 è Founder, CEO ed Executive Director in restore, agenzia specializzata nello sviluppo di reti in franchising. Grande conoscitore del mondo franchising in Spagna, dove si è formato apprendendo tutti i segreti del mestiere, negli ultimi 10 anni ha collaborato con alcuni dei più importanti brand in franchising italiani e spagnoli come llaollao, Rossopomodoro, Lizarran, Antica Focacceria San Francesco, Mennella e ecox4d, contribuendo a lanciare nuovi marchi e nuovi settori di mercato.