Un nuovo modo di comunicare il Franchising
Un nuovo modo di
comunicare il Franchising
Mauro Salvatelli-Bata Italia

Bata Italia: intervista a Mauro Salvatelli, Domestic Franchising Manager

Qual è la storia di Bata? 

Bata ha una storia da raccontare, dobbiamo andare al 1894 quando il signor Tomas Bata, quindi la proprietà, decise di creare quella che poi sarebbe diventata la più grande multinazionale al mondo nel settore delle calzature.

La prima fabbrica è stata fondata a Zlin, in Repubblica Ceca, e oggi ci troviamo ad avere più di 5.000 negozi divisi su quattro continenti. La terza e la quarta generazione della famiglia Bata sono ancora proprietarie del marchio e in Europa operiamo con la Compar in Italia, Repubblica Ceca, Spagna, Svizzera dal 1974, anno in cui è nato il primo franchising Bata. Quindi abbiamo una storia anche nel mondo del franchising, perché abbiamo clienti franchisee da oltre 30 anni che ancora oggi operano con noi. Ovviamente la formula nel tempo è cambiata ma abbiamo una storia da raccontare che viene dalla nostra famiglia. 

L’aspettavo della longevità  è molto rilevante per una formula come il franchising che si basa sulla fiducia e la durata di un rapporto. Sapere di avere degli affiliati da tanti anni significa che si stanno trovando bene e stanno facendo business. Gli affiliati Bata possono aprire più punti vendita?

Assolutamente sì, noi abbiamo alcuni proprietari che hanno deciso di avere l’autoimpiego e di mettere i componenti della propria famiglia o loro stessi come come owner, come parte attiva del business. Poi nel tempo, anche per la longevità del contratto, hanno creato delle vere e proprie imprese. Abbiamo partner che hanno oltre sette, otto, dieci negozi ma hanno anche diversificato altre insegne. La cosa buona è che Bata, avendo questa longevità, ha potuto insegnare ad alcuni partner anche un un mestiere.

Dalla nascita dei centri commerciali ma anche nei centri delle città abbiamo avuto con alcuni di loro delle collaborazioni strette che ancora oggi, nell’evoluzione delle formule franchising avute nel mondo, hanno fidelizzato il nostro brand e poi fatto delle espansioni. Oggi sono dei partner, dei reali imprenditori con dei buoni business con cui interloquire. 

I negozi Bata vendono esclusivamente prodotti a marchio?

No, noi ovviamente avendo creato la prima manovia delle calzature siamo coloro i quali hanno creato le scarpe per qualsiasi uso e consumo della popolazione. Il signor Bata diceva “make shoes for everyone”. Però il contenitore Bata oggi offre innanzitutto quattro tipologie di calzature: uomo, donna, bambino e poi ci sono  i marchi internazionali più rilevanti quali quelli dello sport e del fashion, come UGG, Nilke o Adidas, che completano l’offerta e attraggono anche il consumatore più giovane o quello attento alla moda. 

Che cosa caratterizza il franchising Bata e la capacità di affiancamento dell’affiliato che proviene dal brand?

Noi oggi contiamo in Italia 250 punti vendita con l’insegna Bata, di cui 160 sono negozi direzionali. Il fatto di avere un’expertise nel mondo del retail – la Compar, quindi Bata Italia, è nata nel 1932 con dei negozi direzionali – ci permette di trasferirla ai nostri partner in affiliazione con la formazione locale. Se una persona intende aprire un negozio con Bata ed è alle prime armi noi offriamo un pacchetto di formazione sia con i negozi limitrofi per delle formazioni in loco, quindi in store, ma anche in ufficio con la nostra Bata Academy per offrire tutti gli input commerciali, di gestione del personale, di gestione del prodotto eccetera. Quindi identifichiamo la nostra nomenclatura e il nostro il nostro know how per offrirlo infine al consumatore finale che, non dimentichiamoci, è colui che determina il successo o meno di un business.

bata Bata Italia: intervista a Mauro Salvatelli, Domestic Franchising Manager

Quanto è difficile, o quanto è facile, aprire un negozio Bata? È un processo impegnativo o riuscite invece a semplificarlo?

Quando siamo guidati dalla passione noi facciamo tutto con estrema facilità e rapidità. Se una persona è interessata a un negozio in franchising e ci contatta, abbiamo ovviamente dei parametri in cui operare nel mondo dell’affiliazione, che sono innanzitutto: un comune con un circondario di popolazione di circa quaranta, cinquantamila abitanti; delle location che valutiamo attentamente perché devono avere intorno ai 150 metri quadrati di area vendita con con un magazzino di 30-40 metri, quindi parliamo già di 200 metri quadrati. Poi operiamo sia all’interno dei centri, sia anche nei centri commerciali, e abbiamo una serie di esperti sia commerciali che di real estate che valutano attentamente la profittabilità del punto vendita. 

Quindi una volta condivisa la profittabilità del cliente e della compagnia, ci sediamo a tavolino con l’imprenditore che vuole fare business e condividiamo i rischi di impresa ma soprattutto i profitti e i vantaggi che ci possono essere nell’apertura di quel punto vendita. Poi ovviamente se davanti a noi abbiamo delle realtà strutturate si fa lo stesso ragionamento ma con dimensioni più ampie, però il discorso alla base è il medesimo: fare sinergia con quello che facciamo nel retail nel mondo dell’affiliazione.

Uno dei vantaggi  più evidenti di lavorare con un franchising, oltre a tutte le facilitazioni che ci hai raccontato, è anche la capacità di avere un punto di vista più alto sui trend, sulle evoluzioni del mercato o sul ruolo del retail. Rispetto al mondo delle calzature, quali cambiamenti state osservando anche rispetto all’approccio del consumatore finale?

Se guardiamo ai tempi addietro quando in Italia e nel mondo eravamo gli unici era un po’ più facile perché non c’era tanta concorrenza. Oggi nel mercato ci sono più competitor, più inventiva, più opportunità ma queste fanno sì che la partita diventi più bella, più vantaggiosa e anche più stimolante nella ricerca dell’offerta commerciale, per questo abbiamo creato un nuovo layout. Non siamo rimasti statici con un format che prima era identificato come un family footwear, avevamo contenitori grandi cinquecento o seicento metri quadrati, se non di più. Dal 2016 abbiamo cambiato un format con il concept, quindi lo store layout che offriamo oggi con il nostro Store Designer Construction è un contenitore che dà un servizio assistito, innanzitutto perché vogliamo che il personale che vende il prodotto, che sia un diretto o un affiliato,  sia molto formato nella conoscenza del prodotto stesso.

Abbiamo avuto questa evoluzione nel format proprio per valorizzare il prodotto, oltre che per offrire più categorie merceologiche, e ad oggi siamo gli unici nel mercato ad offrire una vasta gamma. Abbiamo ad esempio la donna che rappresenta il nostro core business e che incide intorno al 40% del fatturato medio di un negozio; abbiamo l’uomo, perché solitamente chi accompagna la donna a fare gli acquisti è il suo compagno; abbiamo un’offerta per i bambini che copre la metratura di circa 200 metri quadrati e infine appunto l’offerta per lo sport con i marchi internazionali.

Quindi nel mercato offriamo proprio tutto. Per riprendere i valori del nostro fondatore, “make shoes for everyone”, ma anche “be bold”, cioè essere consistenti, “serve with passion”, che è anche il valore più rappresentativo della signora Bata, Christie Smith, perché senza la passione a guidarci non riusciamo a raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo. 

Parlando di piano di sviluppo, dove è possibile aprire un negozio Bata? E qual è il target di città?

Noi non vogliamo aprire negozi tanto per aprirli ma valutiamo l’efficacia del business. Ci siamo posti come obiettivo ambizioso quello di poter arrivare anche a 100 punti vendita nel 2025, ma poi i numeri si fanno da sé. È ovvio che il piano 2022-2025 che avevamo dettato l’anno scorso già quest’anno sta cominciando a correre con le prime aperture, infatti adesso andremo ad aprire a Palermo e a Carini, e abbiamo appena aperto a Macerata Piediripa. Ogni settimana abbiamo un’apertura perché c’è molto movimento, e abbiamo l’intenzione di acquisire market share nelle realtà anche provinciali dove c’è un bacino d’utenza di quaranta, cinquantamila abitanti. Questo fa sì che il convertion rate renda profittevole il nostro modello di business.

Non disdegniamo nulla, siamo anche riusciti ad aprire con un partner a Casalecchio di Reno che è una location top prime, nonostante vecchi siti o key location siano già occupate da negozi direzionali. Quindi realtà provinciali con minimo quarantamila o cinquantamila abitanti di bacino d’utenza con un’area di vendita intorno ai 200 metri quadrati e un piano di sviluppo no limits.

Il webinar di Franchising Meet con Bata è disponibile anche sul canale Youtube di Franchising Meet.

Michele Franzese, esperto di franchising e sviluppo format da zero, ha intervistato Mauro Salvatelli, Domestic Franchising Manager di Bata Italia, ospite all’interno del ciclo di webinar di Franchising Meet, il format ideato e realizzato da Scai Comunicazione per fare formazione e networking nel mondo del franchising.