Un nuovo modo di comunicare il Franchising
Un nuovo modo di
comunicare il Franchising

Da crowdfunding a franchising: la raccolta online per l’apertura di nuovi punti vendita 

Avete mai sentito parlare di crowdfunding? E cosa c’entra con il franchising? Ci arriviamo subito. 

Il crowdfunding è la raccolta di fondi che arrivano da una folla (crowd appunto) di piccoli investitori, a sostegno di un progetto o di un’azienda, attraverso portali online specializzati. Con il crowdfunding è possibile anche investire in equity, cioè nel capitale sociale di imprese, in genere startup o PMI innovative. Proprio per la sua natura diffusa e come leva finanziaria alternativa, il crowdfunding si presta bene anche a dare energia al mondo del franchising.

Negli anni, infatti, diverse startup hanno avviato (o rafforzato) la propria rete attraverso una raccolta di capitale in crowdfunding.

Tra queste, abbiamo intervistato due realtà interessanti, Winelivery e PoshWash, per capire come hanno utilizzato questa leva di finanziamento in modo strategico.

Partiamo da Winelivery, la startup diventata famosa per offrire un servizio di consegna di vino, alcolici, ghiaccio e soft drink a domicilio, in 30 minuti e alla giusta temperatura. Quest’azienda ha concluso con successo ben tre campagne di crowdfunding negli ultimi anni, raccogliendo complessivamente più di 1.7 milioni di euro di nuovo capitale.

Perché avete scelto il crowdfunding come strumento di raccolta?

Francesco Magro Winelivery 1 Da crowdfunding a franchising: la raccolta online per l’apertura di nuovi punti vendita 

“Il crowdfunding è uno strumento estremamente efficiente: è stato molto utile per Winelivery, soprattutto nelle prime fasi di sviluppo” – ci risponde Francesco Magro, CEO e founder di Winelivery -. “Ha infatti permesso all’azienda di raggiungere un grande numero di investitori, ma non solo, la campagna di crowdfunding è stata essa stessa una potente leva di marketing permettendo da un lato di ottenere gli investimenti desiderati e dall’altro, di creare un’eco a livello comunicativo. Una caratteristica unica del crowdfunding è che avendo a che fare con piccoli – medi investitori, essi diventano i primi ambassador del marchio stesso: dei veri e propri portavoce del marchio”.

Quanto è stato importante il crowdfunding per l’apertura e lo sviluppo della vostra rete di franchising?

“Per Winelivery il crowdfunding è stato molto importante nella fase di sviluppo operativo della rete di franchising: una crescita molto interessante che ha raggiunto oltre 60 città in tutta Italia. È stato utile perché con le risorse ottenute, si è potuto fare un investimento sia sulle tecnologie sia sul marketing per la rete”.

Qualcuno dei vostri investitori in crowd è poi diventato anche un affiliato, aprendo un suo punto vendita?

“C’è stato un socio, che però non è entrato in crowdfunding ma nei successivi aumenti di capitale, il quale oltre ad aver investito nel progetto Winelivery, successivamente ha deciso di aprire due dei nostri format disponibili in franchising: Dark store ed Enoteca”.

C’è qualche novità in vista per la vostra rete di franchising? 

“Sì, Winelivery ha dato vita ad un nuovo progetto, un modello di franchising in cui innovazione e tecnologia sono le parole chiave. Abbiamo due nuovi format. Il primo si chiama Bar & enoteca, una formula smart e innovativa, che prevede la somministrazione all’interno del locale. Inoltre il cliente, potrà anche scegliere, ordinare e pagare direttamente dal tavolo, utilizzando la nostra app. Il secondo format, invece, si chiama Winelivery Enoteca con delivery, cioè un locale di vendita al dettaglio, dal design moderno e accattivante. Offre un’esperienza contemporaneamente fisica e digitale. Oltre all’esperienza tradizionale con la guida dello staff, il cliente anche potrà scegliere, acquistare e ottenere informazioni sulle bottiglie inquadrando con l’App le etichette”.

Per chi volesse approfondire i due nuovi format proposti, basta andare qui.

lavanderia poshwash Da crowdfunding a franchising: la raccolta online per l’apertura di nuovi punti vendita 

Interessante anche il caso di PoshWash, una startup innovativa che ha sviluppato un concept di lavanderie automatiche caratterizzato da strumenti hi-tech e dal basso impatto ambientale. PoshWash ha raccolto sulla piattaforma Crowdfundme quasi 580mila euro, risorse che sono andate in quota parte allo sviluppo della rete di franchising.

Abbiamo intervistato il CEO Luigi Mandelli. 

Perché avete deciso di raccogliere denaro via crowdfunding e come vi ha aiutato ad avviare il vostro franchising?

“Quando siamo partiti con la nostra startup era il periodo del covid e avevamo inventato una macchina – all’epoca ancora da omologare – in grado di sanificare le mascherine. Da un lato servivano ingenti capitali per mettere a terra la nostra idea, dall’altra volevamo che più persone possibili possibili potessero contribuire, vista l’importanza di tutto quello che riguardava la lotta alla pandemia. La scelta del crowdfunding ci è sembrato lo sbocco naturale. La campagna di per sé è andata bene: ci ha fatto conoscere, ci ha dato una certa credibilità istituzionale, riuscendo anche ad attirare nuovi e più grandi investitori”.  

Anche grazie alla campagna di raccolta online avete sviluppato la vostra rete. Come stanno andando le cose?

“Direi bene. Siamo arrivati a 11 punti vendita e ai nostri affiliati proponiamo adesso delle macchine elettriche. Sembra una piccola innovazione, ma non lo è. Le lavanderie utilizzano in genere asciugatrici a gas, noi invece proponiamo una macchina elettrica e Made in Italy. Questo passaggio tecnologico permette alle lavanderie di essere più rispettose dell’ambiente e anche ai gestori di abbattere i costi in bolletta”.