Anche se i ristoranti tradizionali rappresentano la parte più importante del settore della ristorazione, l’attenzione verso il cibo etnico è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni, come testimonia l’aumento delle aziende che lo servono.
Il kebab resta una proposta decisa nello scenario dei fast food, che si sta sempre di più rivoluzionando e si concentra maggiormente sulla qualità delle materie prime e sul concetto di Made in Italy.
Nel franchising dei Kebab, c’è chi ambisce a diventare una storia di successo e chi invece sta già compiendo alcuni passi significativi, come i brand Kebhouze e Kebab Romano.
Kebab made in Italy: i punti chiave del successo
Nato in Turchia e diventato un vero e proprio must della cucina araba, il Kebab continua a conquistare una fetta sempre più ampia di estimatori e buongustai.
Ha infatti rivoluzionato il mondo dello street food rivelandosi una piacevole sorpresa, portando all’apertura sia di numerosi locali autonomi, che di punti vendita in franchising.
La soluzione del franchising si è rivelata piuttosto vincente, grazie alle partnership strategiche, l’offerta di valori chiari, il costante controllo della catena, formazione e assistenza continua.
Soprattutto nella fase di lancio dei franchisee, la casa madre prevede un intervento standardizzato di training anche sulle competenze trasversali, per avviare e consentire ai locali il raggiungimento degli obiettivi di vendita nel minor tempo possibile.
Una delle peculiarità richieste per raggiungere il successo è quella di sapersi rinnovare nel tempo, cambiando proposte e obiettivi: caratteristica che solo un format facilmente scalabile consente di fare.
La storia di Kebhouze, la catena di Gianluca Vacchi
Gianluca Vacchi, noto imprenditore e influencer, ha inaugurato il primo negozio della catena Kebhouze nel 2022 a Milano, in via Paolo Sarpi 53. Dopo il successo del primo store, ad oggi si contano 16 punti vendita in Italia e all’estero.
L’imprenditore bolognese ha deciso di investire nel 2021 in quest’attività innovativa, frutto dell’idea di un gruppo di giovani ragazzi italiani. La novità assoluta di Kebhouze è proprio relativa al suo prodotto principale e la qualità delle materie prime, che la differenziano dalle altre catene di fast food come hamburgerie e gelaterie.
Disponibile in più versioni, è possibile ordinare kebab di pollo, vitello o tacchino 100% italiano o di black angus. Quest’ultima opzione rappresenta una grande novità, lanciata proprio dal brand Kebhouze.
Inoltre, l’azienda ha siglato una partnership con Planted, azienda svizzera che produce kebab 100% vegetale, realizzato con proteine di piselli.
Ma il menù non si ferma qui: è possibile ordinare burger e bowl di kebab, caesar salad, oltre ad un’ampia selezione di fritti come nuggets, chicken popcorn, onion rings e patatine fritte, da provare con la speciale salsa Keb Sauce.
Un’attenzione particolare è stata data al tema della sostenibilità ambientale, con un food packaging totalmente eco-friendly, insieme alla valorizzazione delle aziende italiane, da cui viene fornita tutta la carne, e dei produttori locali in merito alla produzione di birre artigianali a marchio Kebhouze.
Kebab Romani, la novità nel mondo del delivery
Amatriciano, Gricio, Cacio e pepe, Pollo ai peperoni: non sono panini o specialità rivisitate in chiave romana, bensì kebab. Nasce così Kebab Romano, catena di ristoranti virtuali lanciata sui social da Leonardo Bocci, attore e influencer romano, coinvolto per la prima volta in un progetto gastronomico.
Si tratta di una novità assoluta nella Capitale, che prende spunto dal successo crescente dei ristoranti virtuali in America. Il kebab romano inserisce nella tradizionale piadina piatti romani, rielaborati in modo che esprimano al meglio l’identità culinaria della città e contaminati da spezie e sapori che rievocano luoghi lontani.
Non esiste alcun ristorante o laboratorio dove poter ritirare i kebab: tutto succede online. Sono infatti presenti diversi laboratori che preparano le quattro varianti di kebab che saranno poi spedite al mittente.
Oltre ai classici supplì e la crocchetta di patate, è possibile infatti scegliere tra Kebab Cacio e pepe, Amatriciano, Gricio e Pollo ai peperoni. I piatti tipici della tradizione romana che vengono dunque proposti in una versione alternativa, decisamente più adatta al settore del food delivery.
Elisa Ruscino, COO di Food Brands Factory, startup che ha creato e segue il lancio dei ristoranti virtuali, garantisce che i processi adottati dall’azienda, a partire dall’ideazione della ricetta, fino ad arrivare alla consegna a casa del prodotto finito, assicurano il minimo di errori possibili e in cui il gusto sia sempre il protagonista.