Il mondo del franchising offre mille spunti per leggere e decifrare l’economia e la società. Perché è un mondo trasversale, presente in più settori, pieno di positiva energia imprenditoriale, sia lato franchisor, sia lato franchisee. Un altro mondo carico di energia vitale è anche quello degli emigrati. Per questo vogliamo raccontarvi cosa succede quando franchising e migranti si incontrano, passando in rassegna alcune storie esemplari di chi ha abbandonato la propria terra, diventando imprenditore nel paese di arrivo, attraverso catene di franchising nel settore della ristorazione. Catene che hanno poi permesso a tanti affiliati di avviare con successo la loro attività.
Franchising Sbarro
Iniziamo con una storia italiana. Quella della famiglia Sbarro. Carmela “Mama” e il marito Gennaro lasciano Napoli nel 1956 e vanno a vivere a Brooklyn, dove aprono una salumeria. Vedendo che già all’alba, prima dell’apertura, si formavano di fronte alla porta del negozio lunghe file di persone interessate a comprare anche cibo già pronto, i coniugi Sbarro decidono di aggiungere la ristorazione all’attività di salumeria.
Da Brooklyn è cominciata l’espansione, che ha addirittura portato Sbarro a essere quotata alla borsa NASDAQ di New York. Chi è stato a New York probabilmente ricorderà l’iconica location di Sbarro in Times Square, che ha fatto conoscere il marchio al mondo intero. Va detto che gli italiani più attenti rimanevano un po’ perplessi di fronte alla bandiera tricolore a strisce orizzontali anziché verticali, che la rendono, in realtà, la bandiera dell’Ungheria…. Oggi, dopo qualche difficoltà ormai superata, ci sono oltre 600 punti vendita Sbarro dislocati in 28 paesi diversi. Ovviamente Sbarro si sviluppa proprio con il sistema del franchising.
Franchising Costa Coffee
Un’altra bella storia di italiani emigrati è quella di Costa Coffee. I fratelli Sergio e Bruno Costa emigrarono nel 1971 da Borgotaro, cittadina dell’Appennino tosco-emiliano, in provincia di Parma. Sergio e Bruno si trasferiscono a Londra e lì aprono il loro primo negozio di caffè. Col passare degli anni la catena è diventata via via sempre più grande, sino a quando i fratelli Costa l’anno ceduta alla società Whitebread. Nel 2018 la proprietà è cambiata nuovamente ed è passata alla Coca-Cola, con una operazione da 5.1 miliardi di dollari.
Alla fine del 2022 nel mondo si contavano oltre 3.400 locali, sviluppati anche con la formula del franchising. Voci che circolano tra gli addetti ai lavori parlano di un possibile approdo di Costa Coffee in Italia: nel caso sarebbe un cerchio che si chiude!
Franchising Carluccio’s
Assomiglia un po’ alla storia di Sbarro quella di Carluccio’s, anche per le comuni origini campane dei fondatori. Antonio, originario di Vietri sul Mare, vicino Salerno, apre insieme alla moglie Priscilla un negozio di alimentari a Londra. Esattamente in in Neal Street. Era il 1991. Dopo qualche anno, avendo intuito il grande potenziale della ristorazione, aprono il primo Carluccio’s Caffè (sì: “Caffè” è scritto in italiano) sempre a Londra, in Market Place.
Da allora Antonio Carluccio miete un successo dietro l’altro, viene visto come ambasciatore della buona cucina italiana e diventa un fenomeno in UK e nel mondo: scrive libri, è ricercatissimo in televisione, è una celebrità. Antonio Carluccio è scomparso qualche anno fa e la catena oggi conta circa 40 location tra UK, Irlanda e Medio Oriente. Lo sviluppo è sempre in franchising e l’attuale proprietà è di Boparan Restaurant Group.
Franchising Amorino
Rimanendo in terra emiliana, passiamo dai fratelli Costa alla storia di Amorino. In questo caso i soci fondatori sono due amici: Cristiano Sereni e Paolo Benassi. Da Reggio Emilia, dove sono cresciuti insieme, Cristiano e Paolo si trasferiscono a Parigi e nel 2002 fondano la catena di gelaterie Amorino. Oggi le gelaterie Amorino nel mondo sono oltre 200. Parliamo di un marchio che sta attualmente cercando franchisee anche in Italia, dove è arrivato nel 2010, iniziando la sua espansione da Milano e Verona.
Franchising Pinkberry
Chiudiamo con un paio di storie di franchising che non riguardano nostri connazionali, sempre legate dal filo rosso dell’emigrazione che diventa impresa di successo. La prima storia riguarda Pinkberry. Una catena di frozen yogurt fondata nel 2005 in California, a Los Angeles, da due giovani imprenditori emigrati dalla Corea del Sud, Hye Kyung (Shelly) Hwang and Young Lee. Dopo una rapida espansione, sempre in franchising, la catena è stata comprata dal grande gruppo Scottsdale, che controlla 22 marchi diversi, con oltre 3.000 punti vendita in 28 paesi.
Franchising Pollo Campero
Infine, vogliamo ricordare la bella storia di Juan Bautista Gutierrez e della sua Pollo Campero. Gutierrez nasce nel 1896 in Spagna, a Sobrescobio, un minuscolo paesino delle Asturie con meno di mille anime. Nel 1911 Juan Bautista emigra in Guatemala e lì comincia a costruire la sua fortuna imprenditoriale.
Il suo progetto più importante culmina nel 1971, con il lancio del primo punto vendita di Pollo Campero. Catena che nel 2002 arriverà anche negli Stati Uniti, dove attualmente si trova anche il quartier generale aziendale. Esattamente a Dallas, in Texas. Oggi ci sono oltre 400 locali di Pollo Campero nel mondo. La catena è presente anche in Italia, grazie a una partnership con i supermercati Il Gigante di proprietà della famiglia Panizza.
Imprenditorialità, emigrazione e franchising: queste sei storie ci raccontano che questi fattori possono non solo convivere, ma anche prosperare insieme, legati da una comune energia positiva. Uno spunto in chiusura: chissà se in Italia oggi ci sono storie come quelle che abbiamo appena raccontato, storie da andare a scoprire e magari di cui fare parte!