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Kai Poke: il poke hawaiano che parla anche romano

Il poke hawaiano è ormai una tendenza consolidata nel panorama della ristorazione nazionale in franchising. Un mercato giovane, ma già molto affollato, nel quale bisogna sempre inventarsi qualcosa di nuovo (e di buono) per emergere. 

Partiamo proprio da qui per il primo appuntamento del nostro nuovo format “Try the franchise”, nel quale in ogni puntata andremo a provare per voi un punto vendita diverso. Stavolta abbiamo provato Kai Poke , una catena aperta nel 2020 da Annamaria e Diego e che ha proprio nel piatto hawaiano il suo cavallo di battaglia.

Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, il poke è una ricetta il cui nome significa letteralmente “tagliato a cubetti”. Infatti il piatto è composto da pesce fresco, verdura e frutta di stagione. Ad arricchirlo c’è il riso e salse topping.

Il franchising di Kai Poke

Attualmente Kai Poke è una catena composta da tre punti vendita diretti: Roma, Nettuno e Palestrina. Mentre a Velletri ha aperto la prima insegna in franchising e in Costa Smeralda c’è un corner per la stagione estiva, aperto solo a pranzo.

kai poke franchising Kai Poke: il poke hawaiano che parla anche romano

Ma entriamo in azione. Scegliamo il punto vendita di Roma, in via Nemorense, di fronte a un bel giardino pubblico. Il locale è piccolo, ma confortevole e ben curato. Ad accogliere i clienti ci sono i colori azzurro e marrone, il mare e la terra. Su tutto svettano diversi coprilampada in paglia, che ricordano gli ombrelloni giganti sulle spiagge del Pacifico.

Kai Poke Roma: il “food test” della redazione

Ordiniamo al banco e prendiamo due poke di medie dimensioni: una canonica con il tonno, l’altra con ingredienti a piacere, messi insieme seguendo i consigli della banconista. Poi ci aggiungiamo una porzione di platano fritto con guacamole e una di alette di cavolfiore, particolari perché fritte ad aria e piccantine. Già che ci siamo, prendiamo qualcosa da bere, rigorosamente a tema. La scelta cade su una fresca birra lager delle Hawaii, la Longisland del birrificio Kona Brewing Co.

kai poke bowl 1 Kai Poke: il poke hawaiano che parla anche romano

L’esperienza complessiva è piacevole: il poke è fresco e il menù offre diverse opzioni sfiziose, dove la parola d’ordine è contaminazione tra cucine differenti. C’è il platano con guacamole di cui abbiamo già parlato, ma anche i mochi, tipici dolcetti della cucina giapponese. E per chi non fosse interessato a una poke, c’è sempre la possibilità di mangiare qualcos’altro, come i toast di avocado, i wrap e le tartare.

Interessante anche il fatto che il menù offra tante scelte anche per chi non può mangiare glutine, così come diverse opzioni per vegani. L’idea delle birre hawaiane affascinerà senza dubbio gli appassionati di birre esotiche. Insomma se volete provare un assaggio di cucina hawaiana e anche un po’ fusion, potreste fare un salto in uno dei punti vendita di Kai Poke.